📬 Il Congiuntivo: quel VIP della Grammatica Italiana (part 2)
When grammar has rules… but Italian also speaks from the heart!
Caro amico, gentile amica, benvenuti alla seconda parte della newsletter di Italian Unlocked dedicata al congiuntivo!
Se per caso hai perso la prima parte del mio post, la puoi trovare qui sotto 👇🏻
📬 Il Congiuntivo: quel VIP della Grammatica Italiana (part 1)
Hai presente quell’amico elegante ma un po’ drammatico, che si presenta solo nelle situazioni più emotive, ipotetiche o incerte? Sì, proprio lui: il CONGIUNTIVO.
Inoltre, invito tutti i miei iscritti sia a pagamento che quelli gratis (solo fino a metà Maggio 😏) a mettervi alla prova con il primo esercizio online sul congiuntivo che ho fatto per voi sul sito Quizalize.
Cliccate qui —> Student Login
e per fare il test (velocissimo, bastano tre minuti!) entrate con il codice dgu29496.
Vediamo chi di voi riesce a fare 10/10! Ancora non si vince niente, ma in futuro…chissà! 😇
Però, fammi sapere il tuo pensiero sul quiz, così potrò aggiustarlo meglio per le prossime volte.
Allora, la settimana scorsa abbiamo visto gli usi di questo tempo verbale “elegante” nelle frasi secondarie introdotte dal CHE.
Sono contento che tu sia qui
Mi dispiace che Lei pensi questo
Vuoi che io faccia pulizia?
eccetera… eccetera
E abbiamo anche visto le cinque famiglie alle quali appartengono i verbi che reggono il congiuntivo.
Allora, che uso del congiuntivo vediamo oggi? Ancora con le frasi principali e secondarie!!
Oh no! 🙄
Ma, pensaci bene, possiamo parlare sempre al presente? Ovviamente no.
Se io voglio esprimermi al passato, posso dire…
Ero contento che tu sia qui ? 🫤
Certo che no, neanche in inglese, se ci pensi bene.
Ma tra le centinaia di studenti che ho avuto nelle mie classi, molti facevano proprio quest’errore!
Qui dobbiamo cambiare il congiuntivo!
E quindi useremo il CONGIUNTIVO IMPERFETTO nella frase secondaria.
Sì, quello che suona come un un serpente: “..assi, essi, asse…”
Ascolta attentamente il racconto audio due volte e poi continua a leggere qui sotto.
🎧 Racconto audio: “Ricordi d’estate”
Il racconto è al passato e, secondo la regola della consecutio temporum, dobbiamo mettere al passato anche la frase secondaria.
Ovviamente con il congiuntivo. Perché ci sono ancora quelle cinque famiglie di verbi, le ricordi?
Ascolta il racconto una terza volta, e poi, terminato l’ascolto, fai l’esercizio qui sotto, meglio scritto su un foglio o quaderno, se possibile.
Poi, controlla riascoltando di nuovo il racconto.
📝 Esercizio
Quando ero bambino, __________ che il vecchio casolare in fondo al paese _______________ un tesoro.
Ogni estate, ______________ che i miei amici mi ______________ nelle spedizioni che organizzavo tra i campi.
Mia madre __________ che io non __________________ nei guai, ma la curiosità era troppo forte.
A volte ___________ che quella casa __________ davvero abbandonata: sentivo rumori, vedevo ombre…
Eppure _____ _________ che ogni nuova avventura _________________ una storia da raccontare, sotto il cielo stellato.
Eccoti una tabella riassuntiva di quello che abbiamo visto finora.
Non devi impararla a memoria, usala solo come referenza quando hai qualche dubbio.
Alcuni studenti mi hanno chiesto se era possibile usare semplicemente l’indicativo invece del congiuntivo in queste frasi.
✒️ Nella lingua scritta, assolutamente no.
Se scrivi ad un amico, o comunque in modo molto informale, puoi anche scrivere, ad esempio:
Avevo creduto che tu eri andato via (invece di “fossi”).
Però, è comunque un errore, e ti consiglio di usare il verbo al congiuntivo.
🗣️ Nella lingua parlata, dipende.
Se non parli in situazioni formali, come un colloquio di lavoro o durante un esame, allora è possibile evitare il congiuntivo.
Molti italiani, in verità, si esprimono in questo modo:
Pensavo che eri una persona onesta
Ho paura che comincia a piovere
Sai, succede anche a me, specialmente quando sono in famiglia, o tra amici, o in situazioni informali.
Perciò, in questi casi, non ti preoccupare troppo se non usi il congiuntivo, soprattutto con il tempo imperfetto.
E’ tutto con la concordanza dei tempi?
No, ancora no. Ma l’ultima parte è veramente molto importante, perché si usa spesso anche nella lingua parlata.
Quante volte usiamo, ad esempio, una frase che inizia con “Vorrei che…”? Tante volte!
Quindi cosa facciamo se nella frase principale vogliamo usare il CONDIZIONALE?
✅ La regola classica della consecutio temporum ci dice che:
Quando la principale è al condizionale presente (vorrei),
➡ la secondaria richiede il congiuntivo imperfetto (che tu fossi).
Preferirei che tu parlassi di meno.
Vorrei che tu fossi più puntuale.
Mi piacerebbe che tu studiassi di più.
👉 Queste frasi esprimono un desiderio irreale o ipotetico.
🔹 E condizionale passato ➡ congiuntivo trapassato:
Avrei sperato che tu avessi finito il progetto.
Avrei pensato che loro fossero partiti prima.
🤓 Un momento! Ma allora perché si sente anche “vorrei che sia”?
Alcuni madrelingua, soprattutto in contesti colloquiali o parlati, usano “che sia” anche dopo vorrei. Questo accade quando:
si vuole esprimere un desiderio ancora possibile o realizzabile,
oppure quando si enfatizza il presente o il futuro dell’azione nella subordinata,
oppure si sta usando un registro più spontaneo o sentito.
🔹 Esempio colloquiale (meno standard):
Vorrei che la serata sia perfetta.
👉 Qui l’idea è: "spero davvero che (adesso, stasera) tutto vada bene."
Ricorda comunque che questo uso è accettato nel parlato, ma non sempre adeguato nella scrittura formale.
E stavolta è veramente tutto! 🙂↕️
Ci sarà una terza newsletter sul congiuntivo. Ma prometto che sarà l’ultima!
Ti do, come sempre, l’appuntamento a tra pochi giorni per la parola della domenica!
A presto
Alex